Otto chilometri Nord/Ovest dalla città barocca, sorge il Monte Alveria, altura cuoriforme, circondata dalle cave Salitello, Carosello e Durbo, collegata al mare dal fiume Asinaro.
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Il Monte Alveria era la sede della città di Noto Antica, distrutta dal terremoto del 1693. Le testimonianze più remote risalgono al Paleolitico Inferiore/Medio e al Neolitico.
Nel 1894 e nel 1896, Paolo Orsi identificò un insediamento siculo della Prima Età del Ferro, esplorando circa 500 tombe a grotticella artificiale, da cui recuperò spille, boccaletti ad alto collo e scodelle. La fondazione di Siracusa nel 734-733 a.C. determinò il declino del sito a favore del villaggio meglio protetto di Monte Finocchito.
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“Ai Ginnasiarchi Aristionos, figlio di Agatarco, e Filistionos, figlio di Epikrateos, i giovani Ieronici (dedicano)”
Il Ginnasio
Stretto fra Eloro e Akrai, Monte Alveria venne ellenizzato, diventando la città greca di Néaiton, menzionata la prima volta nel 263 a.C., quando entra a far parte del regno di Siracusa col trattato tra Roma e Ierone II.
Il legame con Siracusa è attestato dalla presenza di un Ginnasio, identificato da un’iscrizione.
A questa epoca risalgono l’agorà, due templi, le mura ellenistiche, la necropoli con le tombe a fossa e gli Heroa, luoghi di culto dei defunti eroizzati.
Dalla necropoli imperiale di contrada Pastuchera proviene un’epigrafe con epitaffio.
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Sebbene le fonti menzionino spesso Netum, del periodo romano e tardo-antico rimangono tracce molto esigue.
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A Nord-Est della città sono una dozzina di ipogei, la Catacomba cristiana delle Cento Bocche e la Grotta del Carciofo con le tombe ebraiche contrassegnate da menoroth. Sotto la necropoli sicula di Sud-Est si trovano alcune tombe bizantine ad arcosolio, mentre un cimitero bizantino fu identificato in c.da S. Calogero.
La città venne poi conquistata dagli Arabi nell’anno 864.
Oggi, nell’area Sud-Est di Noto Antica, nota come chiusa di Poliseo/Goliseo, sono in corso le indagini archeologiche dell’Università “Federico II” di Napoli.
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